70° ANNIVERSARIO DEL CUS VENEZIA: #70anniCUSVE – 53
70° ANNIVERSARIO DEL CUS VENEZIA
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FOTO, ANEDDOTI, RICORDI DEI 70 ANNI DEL CENTRO UNIVERSITARIO SPORTIVO DI VENEZIA
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L’inaugurazione della nuova palestra rappresenta anche l’occasione per festeggiare i primi 50 anni di vita del CUS Venezia, coinvolgendo e premiando alcuni dei protagonisti della lunga storia.
Nelle foto:
– Sul palco, atleti che hanno conquistato il titolo di Campioni italiani universitari con la maglia del CUS e tecnici ed atleti che nelle rispettive sezioni hanno segnato momenti importanti
– Sul palco, il consiglio in carica nel 2000 e molti dei presidenti dei primi 50 anni
– In prima fila, il consiglio nazionale del CUSI. A destra Lilli Coiana, il compianto Presidente che ha retto le sorti del CUSI per molti anni.
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Il 3 giugno del 2000 finalmente il SOGNO DIVENTA REALTÀ ! Viene inaugurata la palestra polivalente. Un impanato che ancora oggi rappresenta una perla in città ed un insostituibile luogo di incontro, di socialità e di sport per i ragazzi e i cittadini veneziani, le scuole, gli studenti universitari. Un percorso di ben 25 anni che deve far riflettere anche per le opere future.
Ad inaugurare l’impianto come Sindaco, Paolo Costa, che aveva seguito tutto l’iter da Rettore prima e Ministro poi e che ricordò alcuni episodi che rallentarono notevolmente il completamento, alcuni dei quali veramente incomprensibili. Con lui i Rettori Maurizio Rispoli dell’ Università Ca’ Foscari Venezia e Marino Folin, dell’ Università Iuav di Venezia, il Presidente del CUSI, Lilli Coiana, oltre al Presidente del CUS, Franco Vianello Moro, il consiglio direttivo e gli atleti del CUS ed i presidenti,consiglieri, soci ed atleti del passato.
Nelle foto:
– il taglio del nastro ad opera di un giovane atleta dello Judo Cus Venezia, Francesco Calderan
– Un momento dell’inaugurazione
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Gli ultimi due anni del secondo millennio vedono il CUS Venezia primeggiare ai CNU nella canoa e kayak. Nel 98 sono 2 i titoli ;Michele Chiappini, Michele Fantin, Paolo Scopece e Marco Zanetti vincono il k4 1.000 metri. Mentre gli stessi più Marco Campagna, Davide Prete e Tommaso Cosralonga vincono la staffetta 200 Mt per K1/K2/K4. A questi si aggiunge anche il titolo nella classifica generale per CUS.
Nel 99 si laureano campioni universitari Andrea Bedin,nel C1 Mt. 200, Francesca Vianello Moro e Claudia D’Este nel K2 Mt. 200 che nel 2000 bissarono il titolo nel K2 Mt. 500.
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Subito dopo l’inizio dei lavori negli ultimi mesi del 97, viene deciso di modificare il progetto, eliminando la realizzazione della parte interrata.
I lavori, come si vede nelle foto, procedono comunque con celerità e già nell’aprile 98 si arriva all’esecuzione completa di tutte le fondazioni e del plateatico.
Il 2 febbraio 99 viene inviata al CONI la pratica per il parere sull’impianto.
Quasi ci siamo.
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Il torneo di San Giacomo ha negli anni 90 il suo massimo successo.
Dal punto di vista tecnico vi sono infatti squadre di ottimo livello. Parliamo di rappresentative di serie B italiana e di serie A di alcune squadre straniere.
L’altro aspetto rilevante è legato all’internazionalità della manifestazione con squadre provenienti da Croazia, Slovenia, Francia, Spagna, Repubblica Ceca ed Ungheria.
Da sottolineare la partecipazione nel 1988 della squadra di Vukovar, città che venne rasa al suolo nel 1991, uno dei primi tristi episodi della guerra nella ex Jugoslavia.
Nel 1998 invece si riuscì a portare all’evento la nazionale di Bosnia-Erzegovina, alla prima uscita fuori dai confini dopo la fine della guerra e del terribile assedio di Sarajevo.
Fu particolarmente emozionante vedere il regalo che avevano portato. Un bossolo di cannone lavorato a sbalzo, come fosse una coppa, ad imperitura memoria dell’orrore della guerra.
Nelle foto:
– I manifesti delle edizioni 92, 93 e 94.
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Negli anni 90, non solo le manifestazioni per gli universitari, ma anche quelle rivolte alle scuole medie hanno un grande successo.
La Coppa Faganelli, che nel 1990 festeggia i 30 anni continua ad avere sempre un’ottima partecipazione, da 7 a 10 scuole per una presenza media di almeno 400 studenti, con il picco di 471 nel 95 e nel 96.
Anche il campionato interscuole medie su pista, che dall’85 venne dedicato a Chiara Spini, giovanissima atleta del CUS tragicamente mancata durante una gara, nonostante non si possa disputare a Sant’Elena per le già citate vicende raggiunge sempre ottimi numeri. Nel 96 furono ben 678 i partecipanti in rappresentanza di 8 scuole.
Alle due tradizionali prove, vennero aggiunti anche i tornei di basket femminile, pallamano maschile, pallavolo maschile e femminile ed alcuni anni anche calcio a 5.
AL termine veniva stilata una classifica a punti delle varie manifestazioni e le scuole ai primi posti ricevevano iun contributo per acquisto di materiale sportivo.
Fino ai primi anni 90 venmero anche organizzate delle manifestazioni di corsa campestre ed atletica su pista riservate alle scuole elementari. Con la chiusura della pista di atletica vennero interrotte.
Nelle foto:
– Partenza di una batteria della Coppa Faganelli
– una gara del Trofeo “Chiara Spini”
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Dopo che nel 1975 era stata assegnata quella di bronzo, nel luglio 1995 viene assegnata la stella d’argento al merito spirtivo per il livello ed il vlore dell’attività svolta.
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Il progetto esecutivo per il capannone nell’area degli Impianti Sportivi Universitari presentato dall’architetto Foscari viene approvato nel 92 dal Consiglio di Amministrazione dell’Università.
Diverse interpretazioni sulla destinazione dell’area alla luce del Pano Regolatore del Comune, portano l’ufficio Tecnico dell’Università, insieme all’arch. Foscari a presentare una serie di controdeduzioni e dei progetti di variante.
Dal 93 si arriva così all’estate del 1996 in cui l’università riesce ad istituire la gara d’appalto. Appalto che viene assegnato il 28 febbraio 1997.
Il 21guugno si arriva finalmente alla cerimonia della “posa della prima pietra” del nuovo palazzetto a cui, oltre al presidente Franco Vianello Moro e al consiglio, presenziano tra gli altri il Ministro ai Lavori Pubblici Paolo Costa, che già da Rettore aveva dato un grande impulso all’opera, il Sindaco Massimo Cacciari, il Rettore Maurizio Rispoli.
Il 7 luglio vi è l”apertura ufficiale del cantiere.
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Nel 94 son ben 4 i titoli ai CNU che arrivano dal Kayak. 2 con Lorenzo Rigon, nei 500 e negli 800, con Campagna e Zathila nel K2 500 che insieme a Bertolotto ed ancora Rigon vincono anche il K4 1000mt. Il 5 successo arriva con Alessandro Tosoni nel fioretto.
Lorenzo Rigon vince anche nel 95 nei 200 Mt e nello slalom ritorna al successo anche Alberto Pivato.
Nel 96 Diego Boschiero riporta al successo nell’atletica dopo 10 anni esatti, vincendo il salto in lungo.
Nel 97 è ancora Boschiero a conquistare il titolo nel lungo, mentre Luca Pizzocaro vince nella lotta greco-romana categoria 63 kg. L’ultima medaglia arriva ancora dal K4 Mt. 500 con Zathila, Chiappini, Prete e Scopece.
Nella foto Diego Boschiero con la maglia della sua società di appartenenza Biotekna Marcon.
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Negli anni 90 vi è un particolare sviluppo delle manifestazioni e delle attività rivolte agli studenti universitari. Il torneo di basket interfacoltà vede ogni anno al via un buon numero di squadre, fino a 9 nel 93, con un ottimo livello di gioco. L’ultima edizione sarà nel 98.
Il calcio è l’attività che muove più atleti, sempre più di 100 in questi anni. Alcune squadre sono costituite dagli studenti della stessa nazione ed il torneo acquista quindi una dimensione internazionale con un forte coinvolgimento anche delle comunità di riferimento. In modo particolare si ricorda la partecipazione ogni anno di una squadra curda e di una greca. Anche il torneo di tennis aveva una nutrita partecipazione ed un buon seguito. Il record di partecipanti si ebbe nel 94 con 53 iscritti.
Nella foto, una formazione storica di un torneo di calcio interfacoltà, costituita da consiglieri e soci CUS. Vinsero nel 1979.
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Il 12 novembre 1994 viene organizzato a Venezia un convegno di alto livello di concerto con il CUSI: Centro Universitario Sportivo Italiano e l’ Università Ca’ Foscari Venezia all’auditorium Santa Margherita.
Fu un’assemblea molto importante e partecipata dal titolo “L’università per lo sport” . Vi parteciparono tra gli altri, il presidente nazionale CONI, Mario Pescante, il presidente CUSI, Ignazio Lojacono, figura storica del movimento, il Rettore , Prof.Paolo Costa, Primo Nebiolo, presidente IAAF (la Federazione mondiale di aetica) ed il sottosegretario all’università, on. Giovanni Meo Zilio.
Nella foto il tavolo dei relatori. A destra riconoscibile anche Lilli Coiana, che fu presidente CUSI negli anni 2000.
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Nel giugno 1993 vi è lo scioglimento del Consiglio Comunale di Venezia e la nomina del Commissario Prefettizio Giovanni Troiani fino alle nuove elezioni. Come accaduto in tempi più recenti, uno degli atti che propone è un aumento sconsiderato e spropositato delle tariffe delle palestre e degli impianti sportivi che avrebbe messo in seria difficoltà molte società sportive. Il CUS Venezia si fa allora carico di organizzare un’assemblea pubblica, insieme al CONI provinciale, per cercare di evidenziare il problema e proporre delle soluzioni. Una grande partecipazione fa si che il provvedimento venga rimandato e ridefinito dalla nuova giunta.
Nella foto: un articolo de Il Gazzettino
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La sezione pallavolo mantiene la serie D con la squadra maschile, mentre la femminile conquista due promozioni di fila salendo dalla 1 divisione alla serie C, sotto la guida di Massimo Zanotto.
In quegli anni la federazione volley aveva istituito il campionato ufficiale Open che prevedeva fasi territoriali ed una finale nazionale, che consentiva l’accesso diretto alla serie C. Il CUS partecipo con gran parte della squadra che aveva disputato gli ultimi campionati di serie C e raggiunse nel 91 la finale nazionale piazzandosi al 3 posto.
Da sottolineare anche che il Volley Voltan Mestre, G.S. San Giorgio organizzò la final four di coppa Italia maschile nel 1991. La semifinali erano previste all’Arsenale a Venezia, mentre le finali al Taliercio. Il CUS diede un piccolo supporto nell’organizzazione della giornata veneziana e fu l’occasione per vedere all’opera alcuni dei grandissimi campioni italiani e stranieri che militavano nelle 4 squadre finaliste: Il Messaggero Ravenna Volley con Karch Kiraly,Steve Timmons, Andrea Gardini, Fabio Vullo; la Mediolanum con Franco Bertoli, Andrea Lucchetta, Andrea Zorzi, Bob Ctvrtlik; Città di Castello con Andrea Sartoretti e Vjačeslav Alekseevič Zajcev, padre di Ivan; Falconara con Samuele Papi.
Nelle foto:
– la squadra femminile promossa in serie D
– la squadra 3^ classificata ai campionati open nel 91
– il logo della final four di Coppa Italia
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Nello judo continua la crescita e il gruppo si arricchisce di nuove cinture nere grazie alla guida di Franco De Carli, Daniele Mainenti e Margherita De Cal che riescono a far appassionare molti atleti.
Nel 1990 è Francesco Morasco a conseguita, nel 93 Emiliano Lorenzato, nel 94 Alessandro Trevisan, nel 95 Roberta Fusaro e nel 96 Roberto Tassan.
Nel 1995, Margherita de Cal ottenne il prestigioso riconoscimento della cintura biancorossa corrispondente al 6 dan.
Nella foto: un gruppo di atleti nel 1995
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I primissimi anni 90 portano importanti risultati per le sezioni del CUS.
La pallamano, dopo averlo sfiorato in più occasioni conquista il traguardo prestigioso della promozione in A2, sempre con la guida di Popo Veghin. Un risultato importante che galvanizza tutta la società e crea un grande entusiasmo, anche se ci si scontra anche in questo sport, con la problematica dell’impianto, visto che non vi erano strutture rispondenti ai parametri richiesti dalla Federazione. Nonostante un’ottima stagione, il fatto di confrontarsi con squadre più attrezzate anche dal punto di vista dei sostegni economici, non permette di mantenere la serie e si riparte dalla serie B.
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Se gli Impianti universitari cominciano a prendere forma, il ritorno in serie B del calcio Venezia, porta all’eliminazione completa dell’atletica dallo stadio Penzo. È il 1991 e l’atletica Veneziana, non solo CUS, deve trovare una nuova collocazione. In parte si utilizza la pista a Murano, a quel tempo molto fatiscente, in parte l’impianto a San Giuliano. Si crea quindi una situazione disagevole e penalizzante cui si aggiunge nel 93 la scomparsa del professor Attilio Zandinella. Ciò nonostante l’attività prosegue; l’eredità è raccolta da Maurizio Vianello, che con caparbietà ed impegno riesce ad ottenere comunque ottimi risultati.
Nella foto: Attilio Zandinella, in compagnia di Dino Ponchio, CT della nazionale in quegli anni, ad un meeting al Penzo
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Lentamente prosegue il piano dei lavori negli Impianti Sportivi Universitari.
Il 2 settembre del 1990 viene terminato il ponte sul Rio del Malcanton che dà accesso diretto agli impianti da Fondamenta dei Cereri, al civico Dorsoduro 2407.
Nel 93, il 28 maggio, l’ Università Ca’ Foscari Venezia completa anche i lavori di restauro della casetta che diventerà così la nuova sede sociale. Dopo pochi mesi, con un pò di dispiacere, viene definitivamente spostata la segreteria dalla precedente collocazione.
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Negli anni 90 i primi successi nei CNU arrivano ancora dalla scherma ed ancora da Bocus e D’Alessandro che ripetono quanto fatto nell’88, titolo per CUS e Silvia Bocus nella spada.
Nel 91 è lo Judo a portare il titolo, con Stefania Pifferi categoria 56 kg, mentre nel 92 Garlato è Rigon conquistano l’oro nel K2 1000.
Ancora scherma nel 93 con l’oro di Giorgio Stea nel fioretto e dopo una pausa di 13 anni si ritorna a vestire la maglia di Campione italiano nello sci con Alberto Pivato nello slalom speciale.
Nella foto: Alberto Garlato alla Regata Storica con la caorlina di Burano
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Sin dai primi anni il CUS si è posto come realtà propositiva e attenta a quanto accadeva in città.
In quest’ottica è molto interessante la ricerca, “Attività sportiva, impianti e forme d’uso di Venezia” nata sotto l’egida del CUS e con il supporto della Regione Veneto, presentata nel 1988 da un gruppo di studio coordinato dal prof. Gaddo Morpurgo e composto dagli architetti Laura Bonagiunti, Gianfranco Zanafredi e Cristina Ziacchi.
Un documento di analisi completa e tutto sommato ancora attuale, che analizza le progettazioni ipotizzate in ambito sportivo e nuovi possibili siti da utilizzare nella città di Venezia per creare Impiantistica sportiva a misura dei cittadini.
Da considerare che in quegli anni, la pista di atletica, come visto, venne ridimensionata ed il calcio Venezia prima, nel 1987, è la Reyer poi, 1990, andarono a giocare a Mestre perchè gli impianti a Venezia non erano più adeguati.
Nella premessa il presidente Franco Vianello Moro si augura che il documento possa rappresentare una spinta per passare dalle fasi progettuali a quelle realizzative.
Per chi fosse interessato, la ricerca è ancora disponibile.
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Negli anni 80 lo sport a Venezia vive una stagione di grandi successi grazie al Circolo Scherma Mestre, che porta sul podio olimpico vari atleti, Mauro Numa, Andrea Cipressa, Dorina Vaccaroni, Francesca Bortolozzi plasmati dalla guida dell’indimenticabile Maestro Livio Di Rosa.
La Reyer è ai vertici del basket nazionale ed internazionale (triste ricordo della coppa Korac sfumata agli ultimi secondi) unendo campioni assoluti, Haywood, Dalipagic, Radovanovic, a talenti nostrani come Carraro, Gorghetto, Grattoni.
Il calcio tra fallimenti e risultati altalenanti in serie C2, con una discesa in campionato interregionale vede nel 1986 l’arrivo alla presidenza di Maurizio Zamparini, che l’anno successivo porterà alla fusione con il calcio Mestre, mal digerita da gran parte della tifoseria, anche se di fatto rappresenterà il rilancio dal punto di vista dei risultati.
È sempre nell’86 nasce Venicemarathon, che nell’ambito dello sport universitario trova le sue origini. Non solo uno dei promotori e leader dell’evento fu Piero Rosa Salva, a quel tempo ancora vice-presidente del CUS Venezia, ma sin dal primo anno il volontariato di atleti e tecnici del CUS e nelle prime edizioni il supporto diretto della segreteria contribuirono al successo.
La storia poi racconta che l’idea nacque nel 1985 durante le Universadi a Kobe in Giappone, da una chiacchierata tra Primo Nebiolo con lo stesso Piero cui suggerì di pensare a realizzare una maratona a Venezia.
Nella foto l’arrivo vittorioso di Salvatore Bettiol in campo Santi Apostoli, nella prima Venicemarathon
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La sezione atletica è più che mai viva. Il lavoro del tecnico Attilio Zandinella, affiancato da Osvaldo Renzo Zucchetta, e da Fabio Maida, prevalentemente con le giovanili, danno ottimi frutti portando a risultati importanti sia a livello individuale che di squadra, consolidando il prestigio della società che nella sua storia portò circa 30 atleti a vestire la maglia azzurra.
D’altro canto, le manifestazioni internazionali organizzate al Penzo, avevano avuto un ottimo riscontro in termini di presenza di pubblico e favorito la diffusione della pratica. In quegli anni si affacciano sulla scena sportiva, alcuni atleti come Marco Michieli, nei 400, Marco Bullo, nel mezzofondo, Nicoletta Marella nel salto in alto che arrivano ai vertici delle classifiche nazionali.
Ma non è solo il CUS ad usufruire del Penzo, molte scuole medie e superiori svolgevano lì le loro lezioni curriculari e pomeridiane, varie società sportive lo utilizzavano per la preparazione fisica in varie fasi della stagione, molti cittadini si recavano singolarmente per il loro allenamento.
Lascia quindi esterrefatti la decisione del Comune di Venezia di installare una tribuna in tubi innocenti sulla pista, nel rettilineo di fronte alla tribuna in pietra per aumentare la capienza per il campionato di C2 del calcio Venezia. Viene lasciata la possibilità di passare nelle prime due corsie (una sorta di tunnel sotto la tribuna), ma ovviamente non è più possibile organizzare manifestazioni di nessun tipo. Da sottolineare che l’utilizzo della tribuna fu necessario solo per una partita in tutto il campionato (il derby con il Mestre).
Nelle foto :
– spalti pieni al Penzo per il meeting dell’81
– la squadra femminile juniores che raggiunse le semifinali nazionali a Saronno
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Gli anni 80 rappresentano un momento importante nello sviluppo delle 4 sezioni agonistiche.
La pallavolo nel settore maschile dopo aver raggiunto la serie B a fine anni 70, scende prima in serie C e quindi in serie D. A quel punto il consiglio decise di ripartire dalla terza divisione con i giovani e fu una scelta azzeccata poiché quel gruppo, con 4 promozioni quasi consecutive raggiunse nel 88 la serie C2. Nel femminile dopo l’ottimo lavoro di Paola Magnani, Giuliana Pivetta riesce a portare la squadra in serie D (nella foto) nel 1981, costituita da un gruppo esperto. Dopo la retrocessione cominciò anche nel femminile un rinnovamento.
La pallamano consolida il gruppo, e Paolo Bulchieroni, allenatore/giocatore con esperienza in serie A porta la squadra in serie C lasciando poi la guida a Maurizio Donà. L’arrivo del croato Vladimir Brcic fece fare un salto di qualità a tutto l”ambiente e nell’86 venne conquistata la promozione in A2.
Vlado rimase in laguna tre stagioni lasciando la cabina di regia a Ferruccio Popo Veghin e poi al triestino Mauro Turch.
Un validissimo gruppo dirigenziale a supporto, fece diventare il CUS un riferimento e portò alla fusione con la Pallamano Brazzalotto Mestre.
Nello judo, la qualità dei tecnici, la possibilità di utilizzare la nuova palestra di Calle dei Guardiani, un gruppo universitario molto valido che si interfacciava con i nostri atleti, permisero una crescita qualitativa di tutto il gruppo ed anche un aumento dei tesserati. Oltre a vari risultati in manifestazioni regionali e nazionali, da sottolineare il conseguimento della cintura nera 1 dan da parte di Daniele Zanatta nell’85 e di Marco Parma nell’89.
Di atletica parleremo nel prossimo post, perché sullo sviluppo di questa disciplina a Venezia arriva una doccia fredda.
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Nel 1987 Fulvio Pellegatta propose al consiglio del CUS di aprire la sezione di pallacanestro femminile per continuare l’esperienza delle società Alvisiana e San Giobbe che avevano sciolto il settore femminile.
Il primo allenatore fu Maurizio Crovato ed il campo da gioco era la palestra della Misericordia.
Negli anni successivi la squadra raggiunse la serie C è venne allenata dal compianto Francesco Olivi e da Roberto Ferrara, mentre il settore giovanile era seguito da Marco Nardo.
Nelle foto:
– la squadra giovanile
– un manifesto della prima stagione
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Anche la seconda metà degli anni 80 vede un buon numero di successi ai CNU.
Nell’86 sono 4 i titoli conquistati, 2 nelllo judo, con Rosa Lai e ancora Alberto Grandi, nel fioretto Francesca D’Alessandri e nel giavellotto con Fabio De Gaspari.
Ancora due titoli, nello judo con Carlo Antiga, alla terza medaglia personale e Giovanni Parutta alla quinta, e nella scherna la squadra femminile nella scherma con Silvia Bocus e ancora D’Alessandri, nell’87.
Le due schermitrici conquistano il titolo anche nell’88 e Bocus conquista anche la vittoria nella spada.
Nell’89 è Claudio Muz a portare i due allori nella lotta, sia nella Greco-Roman che nella libera.
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Sono passati 10 anni, DIECI, dalla presentazione del progetto e dai primi finanziamenti e finalmente il 3 agosto del 1986 viene consegnato dall’ Università Ca’ Foscari Venezia al CUS Venezia il primo lotto di lavori in Calle dei Guardiani. Il primo dei capannoni su cui venne fatto l’intervento di manutenzione straordinaria, divenne una piccola palestra con annessi spogliatoi e all’esterno vennero realizzati un campo da tennis, un campo polivalente da basket e volley, una pista a 3 corsie lunga 50 mt. con buca per il salto in lungo.
Gli impianti vengono inaugurati il 27 settembre dello stesso anno alla presenza del Rettore, prof. Giovanni Castellani, del presidente CUSI, Ignazio Lojacono e dell’assessore allo sport del Comune di Venezia, Mimmo Greco.
Sembra che tutto proceda nel verso giusto ed il 23 giugno dell’anno successivo (1987) viene dato l’incarico all’architetto prof. Antonio Foscari di presentare un progetto per la costruzione di un palazzetto nello spazio occupato dagli altri capannoni.
Sembra fatta ma ….
Nelle immagini alcuni momenti dell’inaugurazione.
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L’attenzione alle richieste che derivano dal tessuto sociale e dalla città, portano il CUS ad intraprendere una nuova avventura prendendo in gestione ed attrezzando a palestra una struttura nei pressi dell’ospedale Fatebenefratelli.
È il 1985 l’anno dell’inaugurazione della palestra Gymnos, University Sporting Club, con un’area dedicata alle attività più prettamente di muscolazuone ed un’area per la ginnastica aerobica e corsi per adulti. La direzione venne affidata a Daniele Mainenti.
Nelle foto
– un’immagine dell’inaugurazione con il Presidente Franco Vianello Moro, l’ assessore Cecconi e il presidente del Consiglio di Quartiere De Sabbata, il prof. Medina, coordinatore di educazione fisica.
– il volantino di presentazione.
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Dall’83 all’85, il CUS Venezia conquista 11 titoli italiani ai CNU e ben 8 di questi arrivano dallo judo, mentre gli altri 3 dal canottaggio.
Giovanni Parutta vince il titolo individuale nei 95 kg nell’83 e negli 86 kg nell’85. Nell’84 il titolo va a Ferrarese nei 52 kg, mentre sono Alberti Grandi nei 65, Carlo Antiga nei 95 e Flavia Antiga nei 72 a completare il poker di titoli dell’85. Alle gare individuali vanno aggiunte le vittorie delle squadre maschili nell’83 con Antiga, De Denaro, Grandi, Parutta, Vitozzi, Lenarda e Giacomello; nell’85 con Antiga, Crespan, Grandi, Sorteni, Parutta, Ricci e Giacomello.
Nello stesso anno arrivano le 3 medaglie nel canottaggio; due vittorie di Raffaella Memo nel singolo, sui metri 5000 e 1000 e nel 2 senza, metri 500 il titolo appartiene a Spignolo Mestriner.
Nella foto: la squadra di judo ai CNU 82 a vVenezia, in cui già erano presenti alcuni dei futuri campioni italiani
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Anche una nuova disciplina come l’orienteering, trova spazio al CUS che inizia a seguire per vari anni l’organizzazione del meeting internazionale di Venezia, manifestazione che attira migliaia di appassionati da tutta Europa. Sono Marco Bastianetto e Fabio Panciera, grandi appassionati e tecnici della disciplina, a proporlo al consiglio CUS che accetta subito la nuova sfida.
Nella foto un volantino della manifestazione.
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Dorsoduro 3912, Calle Crosera, un indirizzo storico perché quella fu la sede della segreteria del CUS Venezia per oltre 20 anni, a partire dagli anni 70.
Porta unica ed un corridoio d’entrata con un piccolo magazzino sulla sinistra.
Le scale salivano a sinistra, arrivati al piano sulla destra vi era una stanza usata per le riunioni del consiglio e le assemblee.
A sinistra il regno di Paola prima da sola e con Daniela poi. Un armadio a dividere le due postazioni.
Quante idee sono nate in quegli spazi e quanti progetti sono stati realizzati.
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Come lo judo, anche la pallamano iniziò dal 1982 ad organizzare un torneo internazionale, il “Città di Venezia”, che si disputò per vari anni al palasport Arsenale. Molte le formazioni di rango provenienti dal?Italia e dall’estero che presero parte alla manifestazione, con la presenza anche della nazionale militare italiana.
Nelle foto:
– il manifesto della 2 edizione
– Un momento significativo di una premiazione, in cui Ruggero Varponi consegna un riconoscimento a Piero Zambon
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Anche per le nuove sezioni si pensò all’organizzazione di eventi. Nel 1983 al palasport dell’Arsenale si tenne un quadrangolare a squadre di judo con altri 3 CUS, Bologna, Napoli e Firenze denominato “Leone di San Marco”. La manifestazione ebbe un successo notevole, con oltre un migliaio di persone sugli spalti.
Il trofeo fu vinto dal CUSI Venezia, seguito da Napoli, Bologna e Firenze.
L’anno successivo, il 6 luglio, furono invitati 6 maestri giapponesi per uno stage formativo di alto livello tenuto presso la palestra Dante Alighieri
Per i giovani veneziani fu emozionante trovarsi a confronto con Kunio Ebine, Kenichi Nishimoto, Yoshifumi Hatamru, Shinichiro Uemura, tutti allora 5^ dan, Il capo della polizia di Tokyo, il 7^ dan Sato Setsuya ed infine il celeberrimo Fujio Matsubatashi, 8° dan, un ometto minuto, dallo sguardo fuggente, che con un’abilità incredibile per i suoi 64 anni, riusciva ad atterrare i ben più giovani e atletici avversari grazie alla sua tecnica.
Nelle foto:
– il manifesto del trofeo
– un momento delle gare
– il gruppo allo stage dell’84
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L’attività delle sezioni agonistiche prosegue con successo, e se alla fine degli anni 70 viene chiusa l’attività del rugby, che continua l’attività al Lido, due nuove sezioni che tanto lustro daranno negli anni, si affacciano alla vita del CUS, la pallamano e lo Judo.
Nata nel 1978 nelle aule del liceo Foscarini per volontà di 3 liceali, Andrea Tagliapietra, Stefano Varponi e Ferruccio Veghin. Aiutati dai genitori di Andrea e Stefano, gli Indimenticati Luigino e Ruggiero, riuscirono a fondare una squadra che disputò i primi due campionati sotto i colori della Reyer Venezia Nel 1980, quando la Reyer decise di lasciare la pallamano, i dirigenti si misero in contatto con Paolo Juska, allora presidente, ed iniziò l’avventura della pallamano del CUS.
È invece del 1981 la prima affiliazione della Sezione Judo del CUS Venezia alla allora F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo), su iniziativa dell’allora consigliere Guido Ziosi.
La guida tecnica viene affidata al maestro Franco de Carli, allora cintura nera 4° dan e all’allenatore Daniele Mainenti, 1° dan, già atleta del Cus dal ’79 per la partecipazione ai CNU (medaglia di bronzo nel 1981 e nel 1982).
Nel 1982, allo staff tecnico si affianca Margherita De Cal, campionessa mondiale nel 1980 a New York, cintura nera 5° dan e insegnante di educazione fisica.
Nelle foto:
– il nutrito gruppo dei partecipanti ai corsi di Judo nella palestra Dante Alighieri (1982)
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Riprendendo con l’albo d’oro dei Campionati Nazionali Universitari, il 1980 si apre ancora all’insegna dello sci come negli ultimi anni 70. È ancora Franco Marconi a vincere il titolo nella discesa libera ed il titolo per CUS insieme a Manfrini, Marcono A., Rizzo e Terribile.
Nell’81 Paolo Borghi conquista la maglia tricolore nel salto in alto.
Nei campionati veneziani dell’82 arriva una sola medaglia, ma di altissimo valore tecnico visto gli atleti presenti in campo. Parliamo del titolo del basket maschile vinto da Venezia su Trieste in un palasport Arsenale gremito all’inverosimile. Circa 3.500 persone.
Del resto scorrendo i nomi dei protagonisti, ci si rende conto del perchè. Trieste si presenta in campo con, tra gli altri, Alberto Tonut (padre di Stefano Tonut), Ritossa e Bettarini. Il CUS Venezia, guidato da Manuel Costantini è reduce da una semifinale tiratissima con Roma in cui giocavano i nazionali Gilardi, Castellano e Tomassi vinta per 103 a 102. Ben 5 i giocatori della Reyer Venezia, il capitano Stefano Gorghetto, Amedeo “Meo” Rigo, Luca Silvestrin, Piero Ceron, Giovanni “Nane” Grattoni; dalla Benetton, Paolo Vazzoler, attuale presidente del Treviso Basket; ed ancora Claudio Albanese, Fabrizio Ferrari, Guido Seno e Sandro “Titti” Trevisan.
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L’entusiasmo e la capacità Organizzativa, portano il CUS a candidarsi come sede dei Campionati Nazionali Universitari del 1982, che puntualmente vengono assegnati.
Sede della segreteria era il palazzo del Casinò al Lido, dove tra Casinò e Teatro la Perla vennero anche disputate le gare di scherma, tennis tavolo, judo e lotta.
Vennero utilizzati gli impianti del Lido per le qualificazioni degli sport di squadra mentre le finali di pallavolo e basket si disputarono all’Arsenale mentre al Penzo quelle di calcio e rugby oltre che le gare di atletica.Il tennis agli impianti del Tennis Lido.
Discipline dimostrative furono l’equitazione, che si disputò al maneggio del Lido, e lo windsurf, con campo di regata davanti alla spiaggia dell’Ecxelsior.
Fu un’edizione innovativa, non solo per la scelta delle discipline e per una sede come Venezia, ma anche perché per la prima volta venne utilizzato un sistema informatizzato per le iscrizioni. Fu talmente innovativo che scosse qualche tradizionalista che una notte fece sparire tutti i dischi delle registrazioni delle iscrizioni.
Nelle foto il manifesto ed alcune immagini delle gare.
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Pur importanti, gli esagonali universitari rappresentano una prova degli eventi internazionali di atletica che vennero organizzati tra l’80 e l’82, cui prese parte il gotha dell’atletica riempiendo le tribune del Penzo.
Primatisti mondiali, campioni olimpici e mondiali, tra cui i britannici Ovett e Wells, l’australiano Walker, un giovanissimo Ben Johnson ed ovviamente tutti gli atleti italiani che in quel periodo erano ai vertici mondiali.
Nel 1980 vi fu il meeting internazionale Italia, Spagna, Polonia. In gara anche il mitico Pietro Mennea, neo primatista mondiale con il 19″72 che resistete fino al 1996 ed ancor oggi è record europeo nei 200 mt.
Da sottolineare che il record nacque in ambito universitario, alle Universadi di Città del Messico del 1979.
Nel 1981 vi fu il meeting Internazionale con atleti da tutto il mondo. (nelle foto il manifesto e l’arrivo vittorioso di Alan Wells).
Nel 1982 vi fu invece il triangolare maschile Italia, Giappone, Canada}. Nella foto il manifesto.
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Il 1980 per il CUS è un momento di passaggio importante, Piero Rosa Salva lascia la presidenza dopo 10 anni a Paolo Gunter Juska, importante dirigente d’azienda che resta in carica un solo anno, per passare nell’82 il testimone a Franco Vianello Moro che resterà al timone per 30 anni, fino al 2011.
È ancora forte la voglia di promuovere sport e grandi eventi ed è un consiglio Direttivo attivo e coeso che vede ancora Piero vice presidente fino al 1994.
Grazie alla ristrutturazione della pista del Penzo vi è la possibilità, colta al volo con la collaborazione del Comune, di portare anche grandi eventi di atletica.
Nell’80 e nell’81 vennero organizzati due esagonali di atletica leggera (nella foto I manifesti) rivolti ai CUS o a team universitari stranieri con la presenza di molti campioni di caratura internazionale tra cui il lunghista Giovanni Evangelisti. (nella foto con la maglia del CUS Venezia).
Nell’ultima foto I 3 Presidenti dei primi anni 80, Paolo, Piero e Franco con il Sindaco Mario Rigo.
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Non solo eventi sul territorio e rivolti agli universitari ma la realizzazione del Palasport fece sì che il CUS si candidasse all’organizzazione di uno dei gironi di qualificazione dei mondiali di volley del 78 ed il girone dal 13 al 24 posto. La partita Giappone-Cuba (le altre due squadre erano Argentina ed Ungheria) registrò un pubblico da record , 4.000 spettatori presenti (un po’ oltre la capienza che allora era di 3.800).
Visto il successo organizzativo dei Mondiali, venne affidata al CUS anche l’organizzazione della finale della prima edizione di Coppa Italia nel 1979. Vinta dalla Panini Modena, a livello di pubblico, a differenza dei Mondiali, fu invece un insuccesso.
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Gli anni 70 rappresentano un decennio fondamentale per la crescita di tutto lo sport veneziano. Vengono progettati e realizzati i palasport all’Arsenale e a Mestre in via Porto di Cavergnago, per rispondere alle esigenze delle due squadre di basket, ai vertici nazionali, viene ristrutturata la pista di atletica al Penzo che viene dotato anche di impianto di illuminazione che consentirà di realizzare importanti meeting. Nasce nel 75 la Vogalonga, manifestazione per combattere il moto ondoso e promuovere la voga che inizia un percorso di successo ancora .
Anche il CUS, su iniziativa di Giorgio Joe D’Este, Piero Rosa Salva e Giulio Dario Ghezzo promuove nel 1973 una manifestazione che diventerà un appuntamento tradizionale, Il TORNEO DI PALLAVOLO SAN GIACOMO DALL’ORIO che si disputa ancor oggi sui masegni del campo. Un’iniziativa nata per contrastare il degrado dovuto al fatto che era divenuto un luogo di ritrovo di tossicodipendenti e rivitalizzare la zona anche con iniziative sportive.
Nella foto una delle prime edizioni della manifestazione, con la squadra degli Harlequins, una seconda squadra CUS in cui giocavano proprio i promotori del torneo oltre ad altri consiglieri o soci come Gianfranco Gramola, Stefano Prando, Franco Vianello Moro.
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L’attività delle sezioni agonistiche procede molto bene. In Atletica il movimento è vivo e crescono sia i numeri che i risultati. Molti atleti veneziani raggiungono eccellenti risultati a livello nazionale, sia senior che nelle giovanili sempre sotto la guida del Prof. Zandinella ed alcuni vestono la maglia azzurra. Nel rugby si gioca il campionato di serie B lottando alcuni anni nelle parti alte della classifica. Anche la pallavolo a livello maschile raccoglie l’eredità di alcune gloriose società, Vigili del Fuoco e Pallavolo Marghera poi, arrivando in serie B mentre nasce il settore femminile che gioca alla Misericordia.
Nascono inoltre una serie di iniziative rivolte al mondo universitario che permettono di ampliare la base degli studenti.
In particolare dal 76 la giornata universitaria della voga con 2 regate alla veneta, una riservata ai dipendenti ed una per gli studenti, l torneo di calcio interuniversitario e dal 79 il torneo di tennis interuniversitario.
Nelle foto:
– una rappresentativa dell’atletica in trasferta con il prof. Zandinella riconoscibile per il cappellino portafortuna
– una partita di rugby
– una premiazione delle regate di voga alla veneta
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Ritorniamo a parlare degli Impianti Sportivi Universitari perché dal 75 si comincia a poter coltivare il sogno.
Le prime fondamenta erano state gettate con la destinazione dei 70 milioni per impiantistica sportiva da parte dell’Università e la cessione da parte del Comune dell’area di 6.000 mq. Di Calle dei Guardiani.
Il 21 settembre 1975 il Cda dell’ Università Ca’ Foscari Venezia delibera la destinazione dell’area ad impianti sportivi e già il 12 dicembre dello stesso anno presenta al Comune la richiesta di licenza edilizia.
Il consiglio del CUS predispose un progetto che venne presentato alla città insieme al Rettore prof. Benvenuti, a Cà Dolfin il 16 febbraio 76.
Tutto procedeva per il meglio ed il 24 marzo il Consiglio di Quartiere discuteva ed approvava all’unanimità la proposta.
Passa giusto un anno ed arriva la doccia fredda, la commissione edilizia del Comune dà parere contrario ed inizia così un percorso ad ostacoli tipicamente veneziano.
Nelle foto:
– Presentazione a Cà Dolfin con il Rettore Feliciano Benvenuti in piedi e al tavolo i consiglieri CUS. Il presidente Rosa Salva, il vice Paolo Back, il tesoriere Alberto Scotti, Gunter Paolo Juska, Maurizio Duse, Ruggero Milanese, Gianfranco Gramola, Giorgio d’Este, Gianni Casagrande.
– L’articolo sulla decisione della commissione edilizia.
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Gli anni 70 rappresentano sicuramente un cambio di marcia nella crescita del CUS, nuove attività aperte ad un pubblico allargato, importanti risultati dalle sezioni agonistiche, ideazione di nuovi eventi rivolti agli studenti e alla città.
Un cambio di ritmo testimoniato anche dal cambio del logo.
Giorgio Rosa Salva ideò infatti, a metà degli anni 70, il logo che ci accompagna tuttora.
Un logo innovativo, con un leone stilizzato ed un carattere moderno, che risulta attuale ed apprezzato ancora adesso.
Sicuramente una gran bella intuizione.
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Anche a livello nazionale il peso del CUS Venezia cominciava a farsi sentire e alle Universadi di Torino del 1970, Sergio Zorzi fu il vice_capo delegazione.
Nel frattempo continuava la partecipazione ai Campionati Nazionali Universitari. Non moltissimi i successi negli anni 70 e solo in 3 discipline. In Atletica con le vittorie nel getto del peso nel 1972 e nel 1973 di Flavio Asta (nella foto) ; nello sci con Carmen Rosoleni nel 74 e nel 75 e con Franco Marconi nel 78 e 79 e sempre nel 79 il primo titolo nel judo con Marina Perin.
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Gli anni 70 si aprono con la presidenza per un solo anno di Alessandro Giannattasio con vicepresidenti Cesare Pettinelli e Piero Rosa Salva che dall’anno successivo divenne presidente rimanendo in questo ruolo fino al 1980. Una gestione lunga che permise di far decollare il CUS,, come vedremo, grazie anche ad una serie di fattori concomitanti, quali la crescita esponenziale delle iscrizioni universitarie, una maggior attenzione al mondo sportivo, sia dall’ambiente universitario, Rettore il prof. Feliciano Benvenuti, che da quello politico. In quegli anni si cominciò a considerare lo sport anche per il valore sociale ed il ruolo importante nella formazione psicofisica degli individui.
Nella foto Piero R S durante un salto con la tecnica ventrale, disciplina sportiva in cui ha raggiunto i migliori risultati con il superamento dei 2 metri .
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Per concludere il veloce excursus sugli anni 60, crediamo che meritino una citazione 3 attività che in questi anni vennero avviate, su cui ritorneremo in altri post .
In ordine di tempo, la prima è la “Coppa Faganelli”, nel 1961, ideata per ricordare un atleta del CUS tragicamente scomparso. Si tratta di una corsa campestre riservata alle scuole medie del territorio veneziano che continua ancor oggi ad essere disputata.
Da sottolineare il fatto che quasi 60 anni fa il CUS Venezia fosse gIà riuscito ad interagire con il mondo scolastico.
La seconda è l’affiliazione alla Federazione Rugby e la nascita della sezione che per oltre un decennio ha raccolto importanti importanti risultati.
La terza, nel 1969, la nascita della sezione pallavolo, che compie quindi 50 anni ed è la società più vecchia nel panorama della FIPAV veneziana.
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Negli anni sessanta la situazione degli Impianti Sportivi a Venezia era particolarmente critica e cominciava ad essere un problema sempre più sentito.
Il Prof. Italo Siciliano, Rettore di Cà Foscari dal 1953 al 1971, aveva una visione sicuramente lungimirante, tenendo in considerazione anche le richieste sempre più pressanti che giungevano dall”associazionismo sportivo universitario,
Fu così che il 26 luglio 1967 vennero stanziati i primi fondi per impianti sportivi a Venezia.
Esattamente due anni dopo, il 1 agosto 1969, il Comune di Venezia cedette l’area di Calle dei Guardiani all’ Università Ca’ Foscari Venezia.
L’inizio del lungo percorso per la realizzazione degli Impianti Sportivi è quindi datata 1967.
Una foto dell’epoca di tutta l’area.
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Per finire il quadro dei Presidenti degli anni 60, troviamo due nomi che hanno contribuito in modo importante alle vicende del CUS.
Il primo é Giorgio Isotti, al vertice del CUS dal 66 al 68, , ancora oggi socio ed attivo nell’organizzazione della Coppa Faganelli.
Il secondo è invece Sergio Zorzi, presidente dal 68 al 70, già tesoriere dal 61 al 68, e nuovamente in consiglio, con un ruolio fondamentale nella crescita del CUS e soprattutto nello sviluppo degli Impianti Sportivi, dal 1994 al 2015.
Continuano anche i successi nei CNU. Nell’atletica leggera nel 60 con Benito Tamiozzo e nel 63 con Alberto Oria, nello sci nel 65 Umberto Merlo vinse nella strana disciplina dei 100 metri lanciati.
Prime medaglie nella scherma con Armando De Cillis nel 63 (sciabola) e nel tiro a segno nel 67 con Alessandro Corti.
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Nei primissimi anni 60 il Consiglio Direttivo veniva rinnovato ogni anno.
Nel 1960/61 il presidente fu Filippo Duodo, mancato lo scorso marzo. Stimato commercialista, dopo l’esperienza al CUS, a ridosso degli anni 200 ebbe un ruolo nel consiglio del Benetton Rugby e fu Vicepresidente nazionale della FIR.
Nel 1961/62 il presidente fu invece Giorgio Previti, anche capitano della squadra di basket che nel 1961 vinse il primo titolo universitario in sport di squadra (il n.10 nella foto).
L’allenatore era il grande Giulio Geroli, uno dei personaggi più rilevanti della storia della Reyer Venezia prima da giocatore e poi da allenatore dal 56 al 71.
Con il n.12 e l’11 altri due storici giocatori Reyer, Giorgio Cedolini ed Ezio Lessana.
Come pure giocò nella Reyer, il n.13 Andrea Besa, presidente Cus dal 1964 al 66.
Il consigliere con gli occhiali è invece Roberto Lepsky, presidente dal 1962 al 64.
Gli altri giocatori erano: con il 5 Cesare Piazzetta, in tuta Cesco Varotto, con il 9 Tulio Cigni e con l’8 Piergiorgio Semerano.
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Ed è negli anni 50 che si ha la prima affiliazione del CUS Venezia ad una Federazione Sportiva.
È del 1951, infatti, l’affiliazione alla FIDAL, l’atletica leggera, la regina di tutti gli sport, che di fatto ha accompagnato tutta la nostra storia fino ai giorni nostri, nonostante la carenza di impianti dedicati vista la scellerata decisione, a fine anni 80, di smantellare la pista allo stadio P. L. Penzo.
Alla nascita, alla crescita ed ai grandi successi contribuì in modo fondamentale l’opera del Prof. Attilio Zandinella, vera anima dell’attività.
In questa foto del 1951, il Prof è in pista con il già citato Cesare Pettinelli.
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A De Marinis, succede alla presidenza del CUS Lino Cazzavilan, noto imprenditore e padre del compianto Prof. Guido, che resta in carica fino al 1960, a parte un anno di Presidenza di Gianni Fabris. E per tutti gli anni 50 continuano i successi degli studenti veneziani ai CNU. Nel 55 arrivano 3 titoli nel nuoto (allora disciplina inserita nel programma) con Davilla e Paliaga in gare individuali, che bissarono l’oro in staffetta con Padovan e Foscari.
Dall’atletica gli altri ori, ben 4 con Sergio Tomiato, 56,57e 59; ancora Ada Montin nel 57 e con Giovanni Lievore, nel 57 e 58, reduce dai Giochi Olimpici di Melbourne, in cui raggiunse il sesto posto nel tiro del giavellotto.
Da sottolineare anche il 2 posto nel Grande Premio Automobilistico dello studente Giancarlo Ligabue, imprenditore di successo e paleontologo di fama internazionale.
Nella foto, Giovanni Lievore, settimo anche alle Universiadi.
I primi titoli italiani per il CUS Venezia arrivarono nel 1951 con Sandro Menardi nello slalom, che si ripetè anche nel 53 e 54 in discesa libera, e con Albanello nella lotta Greco Romana, campione italiano anche nel 52 sia in Greco-Romana che in Libera e nel 53 in Libera.
Da Pietro e Neri Siorpaes arrivarono altre medaglie nello sci nel 52 e nel 54.
Fu Cesare Pettinelli, protagonista anche in futuro dello sport veneziano, a conquistare le prime medaglie nell’Atletica Leggera, vincendo nel 52 110 e 400 ostacoli.
Il primo titolo femminile arrivò invece nel 54, con Ada Mondin che si impose nei 200 e negli 800 metri.
Nelle foto la medaglia dei CNU del 1951 a Merano, il manifesto dei CNU del 1952 a Trieste ed il podio di Ada Mondin nel 1954.
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L’attività sportiva universitaria del Dogadum si sviluppa partecipando alle attività proposte dal CUSI.
Fu così che il 12 marzo del 1952 venne approvato lo statuto di costituzione del CUS sancendo ufficialmente un’autonomia che di fatto già era operativa. Primo Presidente fu Roberto Boccardi, cui nel 1953 succedette Nicola Capone.
Fu solo nel 1954 che, a seguito dell’approvazione delle modifiche apportate dal Consiglio di Stato, il CUS si può considerare a pieno titolo costituito.
Nelle foto, i due primi Presidenti, Boccardi e Capone, in due momenti ufficiali ai Campionati Nazionali Universitari del 1952 a Merano.
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In un’Italia ed in una Venezia che a fatica ma con orgoglio si stanno risollevando dalle macerie della guerra, anche lo sport assume un ruolo importante.
Il Centro Universitario Sportivo Italiano, viene ufficialmente costituito a Padova il 22 marzo del 1946. A quella importante riunione erano presenti i rappresentanti sportivi delle Università di Bologna, Genova, Milano, Parma, Padova Pavia, Torino, ed anche di VENEZIA mentre erano rappresentate per delega, Bari, Modena, Napoli e Roma.
E’ solo nel 1949, però, che si ha traccia dell’esordio ufficiale di una delegazione dell’ Università Ca’ Foscari Venezia a manifestazioni agonistiche nazionali.
Gli studenti facevano parte del Dogadum, organismo rappresentativo, allora goliardico, di chi frequentava l’Ateneo VENEZIANO.
Ed è quindi al 1949, che si ricorda sportivamente per la tragedia del Grande Torino, in cui militavano anche due atleti che proprio a Venezia avevano raggiunto i primi successi, Ezio Loik e Valentino Mazzola, ed in cui a Venezia vi è l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia, che viene fatta risalire la nascita dello sport Universitario Veneziano.
Il CUS Venezia nel 2019 compirà i suoi 70 anni di attività al servizio della Città. 70 anni intensi che vogliamo raccontare per tutti i 365 giorni di questo 2019 attraverso episodi, momenti storici e con le testimonianze di molti dei protagonisti .
Dedichiamo il primo giorno dell’anno alla presentazione del logo storico, utilizzato alla nascita del CUS nel 1949 e che ne ha accompagnato la storia fino agli 70.